Giorgio Salvaodori
Lari – via Panattoni
Pensionato
Per descrivere Giorgio Salvadori non trovo miglior mezzo che trascrivere l’intervista che gli feci nel giugno 2007 e che pubblicai su “Larindiretta” periodico d’informazione del Comune di Lari del quale ero il direttore.
Da allora Giorgio ha cambiato solo il suo status, da artigiano è diventato pensionato, ma il suo carattere è rimasto lo stesso: quello di un artista eccezionale, ancora più eccezionale perché infinitamente modesto.
Non lavora più, conserva parte delle sue splendide opere e ce ne fa immenso dono nel farcele esporre durante le nostre feste.
Da Larindiretta – giugno 2007
Forse tutti o quasi tutti sanno chi è Giorgio Salvadori, ma probabilmente non tutti hanno visitato la sua bottega in via Panattoni a Lari.
Chi è Giorgio?
Sembrerebbe una domanda facile, e forse qualcuno potrebbe anche rispondere …. Un fabbro!… Ma stranamente, ad una domanda così apparentemente facile, non si può dare una risposta altrettanto facile se non abbiamo conosciuto la sua storia e soprattutto se non abbiamo ammirato i suoi lavori.
Se qualcuno di voi ha voglia di andarlo a trovare, varcata la porta di ingresso, alla sua sinistra, troverà un grosso arco, lo oltrepasserà e guardandosi appena appena un po’ intorno, si accorgerà che al di là dell’aspetto lugubre e nero tipico proprio della bottega di un fabbro, potrà ammirare dappertutto opere luccicanti e splendenti.
Armature, coltelli, spade, vere e proprie opere d’arte sapientemente costruite e incise. Un contrasto fantastico, che alla fin fine, lui, Giorgio, ha saputo saldare meravigliosamente insieme.
Giorgio Salvadori è quel che si dice un larigiano doc, nato e vissuto sempre qui, con l’amore e la voglia, fin da piccolissimo, di diventare fabbro.
E’ stato Gigi Bonamini (vecchio larigiano doc anche lui), mi ha detto quando l’ho intervistato, che mi ha fatto crescere con la voglia di diventare fabbro.
Ma, dice sempre Giorgio, ai tempi della mia adolescenza, questo mestiere stava morendo, e quindi mi sono rassegnato e ho scelto di lavorare prima in una e poi in un’altra officina meccanica, da dipendente.
Ho costruito pezzi di motori, motorini e persino siluri; ho lavorato sodo in un campo genericamente chiamato di meccanica di precisione.
Ci sono voluti venti anni prima che potessi realizzare il mio sogno di comprare casa a Lari, con un vecchio cigliere che una volta ripulito è diventato il mio mondo: ho cominciato per hobby a restaurare legno e ferro, e col tempo, sempre più ferro e meno legno. Piano piano l’hobby si è trasformato in mestiere.
Ho costruito testate di letto, oggettistica, di tutto un po’, tutto rigorosamente forgiato, cioè modellato a caldo.
Il fratello Roberto, diventato meccanico, costruttore e manutentore di strumenti musicali a fiato, un giorno venne contattato da alcuni costumisti del Palio di Siena: dovevano costruire delle chiarine il cui originale del 500 era stato ritrovato in un sotterraneo.
Roberto interpella Giorgio e gli chiede di aiutarlo a costruire la campana delle chiarine.
Mi sembrava un’impresa troppo grossa, continua Giorgio, ma poi mi sono ricordato le parole di mio padre, vecchio contadino abituato a costruirsi per proprio conto tutte le cose di cui aveva bisogno: “…figliolo, questa cosa la fanno gli uomini, si può fare anche noi…” e così mi sono buttato, e ci sono riuscito.
Questa è stata l’occasione per conoscere il prof. Ezio Pollai, costumista del palio, che si compiacque per il lavoro e mi chiese se fossi stato interessato alla costruzione di vere e proprie armature per il palio. Era il 1995. Paura ma curiosità di cominciare… e si comincia …. Ricopiando un braccio di una vecchia armatura.
Non so se ce l’avrei fatta senza l’aiuto di Carlo Facchini, lattoniere bravissimo, che mi ha insegnato i segreti di questo mestiere. Fui promosso a pieni voti, tant’è che il commento sul mio lavoro fu “è meglio la copia dell’originale”.
I costumisti delle contrade cominciarono a conoscermi, e oltre a Ezio Pollari, anche Samuele Monichelli e Pierluigi Olla mi chiesero di lavorare per loro.
Costruivo armature rinascimentali e il prof. Massimo Crivello (larigiano anche lui) le incideva, con la pregevole tecnica “dell’acqua forte”.
Dalle armature passai alle spade e ai coltelli, anche da combattimento.
Oggi lavoro per le sfilate storiche e fornisco collezionisti e rievocatori storici medievali.
Costruisco, riparo, recupero tutto ciò che è recuperabile. Adoro questo mestiere e mi sento soddisfatto.
Così si concludeva l’intervista a Giorgio Salvadori. Ma le sue competenze artistiche non finivano qui: disegno, pittura, scultura, cinofilia e fotografia, sono solo alcune. Ha persino costruito un fucile che spara ….. Fotografie!